LABORATORIO di disegno per ragazzi e adulti

L’impronta dell’attimo presente

Workshop sul processo creativo del monotipo e della stampa a mano

L’impulso viscerale di “lasciare un segno” è antico come l’uomo: disegniamo forme da sempre. 

Secondo Arno Stern (Kassel, 1924), celeberrimo educatore tedesco, dentro ognuno di noi – artista o non artista – è presente un segno da “tirare fuori”. Si tratta di una propria personale traccia che rappresenta la naturale espressione della nostra memoria organica, ovvero della memoria pre-natale; tali tracce sono spontanee, ma non accidentali, un codice strutturato, codificato, universale che permette di accedere a una realizzazione più globale dell’essere.

Sembra insomma che dentro ognuno di noi esistano dei segni, delle impronte, e che esprimerli ci possa aiutare ad evolvere. In questo laboratorio, li facciamo emergere.

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Dettagli del Laboratorio

Le attività dell’esperienza

Alla luce delle esperienze di impronta nell’arte come traccia mnemonica, gesto fisico e residuo di un “paesaggio interiore”, l’attività laboratoriale proposta è legata all’idea di catturare l’impronta di un “presente processuale” votato alla sospensione del giudizio e al disinnesco delle proprie aspettative sul risultato finale.

L’obiettivo è far vivere ai partecipanti una parentesi di libertà difficile da trovare all’interno di un contesto sociale in cui siamo dominati dall’over thinking e in cui il soggetto è diventato un “io prestazionale” al contempo servo e padrone di se stesso.

Ci concentreremo sui seguenti temi:

  • Monotipia sperimentale
  • Decalcomania
  • L’acrilico blu (omaggio a Yves Klein)
  • Processi di stampa a mano: pressione, mano, rullo e colore
  • L’utilizzo di materiali di recupero nel processo creativo (fili, stoffe, cartoncini, pettini, ecc…)
  • Diversi tipi di supporti per diversi tipi di effetti

Contenuti

  • L’esigenza innata di lasciare una traccia: dall’arte rupestre alle teorie di Arno Stern
  • Il concetto di traccia nell’arte ed esempi di artisti dell’impronta nel Contemporaneo
  • Dalla società della prestazione all’arte come antidoto
  • La decalcomania e la cattura del momento presente
  • Il colore blu come omaggio alle impronte di Yves Klein
  • Concetto, pratica e realizzazione del paesaggio interiore su diversi supporti

Si tratta di una logica “mandalica” in cui conta il fare dell’adesso, il gesto preciso dell’istante senza l’intenzione di produrre qualcosa di utile, appagante e narcisistico per il dopo. La crescita personale, in questo lavoro, risiede nella dimensione processuale anziché nell’ottica del raggiungimento dell’obiettivo.

Proviamo a dare vita a un antidoto alla società performativa in cui l’”io come progetto” si sottomette a obblighi interiori e a costrizioni autoimposte, forzandosi all’ottimizzazione in nome di risultati da mostrare.

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Giuseppe Penone, Continuerà a crescere tranne che in quel punto, 1968–2003

1. Il concetto di impronta nell’arte contemporanea

L’introduzione viene dedicata a:

  • il concetto di impronta nell’arte attraverso l’esempio dei seguenti artisti: Yves Klein, Piero Manzoni, Giuseppe Penone e Richard Long;
  • il pensiero filosofico di Byung-chul Han;
  • la logica del momento presente e il focus sulla dimensione processuale dell’arte
  • la tecnica del monotipo calcografico.

2. La pratica del presente con la tecnica del monotipo

Il lavoro viene svolto su un pannello di compensato oppure su una lastra di plexiglass sui quali viene messo il colore acrilico ben diluito; si sovrappone poi un foglio di acetato e si passa sopra col rullo per stendere al meglio il colore sottostante.

Da qui in poi, manipolando l’acetato attraverso determinati gesti e azioni, si dà vita a una serie di macchie, depositi cristallini e concrezioni di materia che si manifestano sul supporto per pochi attimi, per poi venir nuovamente manipolati e trasformati in altre macchie, nuove forme. 


3. Rituale e materiali di recupero

Si ripete il rituale di gesti fino a che, di tanto in tanto, non si decide di fissare alcun residui sul supporto cartaceo al fine di raccogliere la testimonianza del gesto tramite una “decalcomania fantasma”, sulla quale è possibile intervenire successivamente con ulteriori piccoli segni.

Si invitano successivamente i partecipanti a lavorare non solo col colore e l’acetato, ma anche utilizzando materiale di recupero come fili, cartoncini, spugne, ecc, al fine di ottenere effetti chiaroscurali tipici della tecnica del Monotipo per sottrazione. La stampa sulla carta di riso viene fatta utilizzando il palmo della propria mano con movimenti circolari, oppure con il dorso di un cucchiaio di legno.

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