I cardini delle nostre azioni e intenzioni sono il rafforzarsi dell’intelligenza emotiva e artistica, dell’empatia e del senso di auto-efficacia uniti a una più piena comprensione e uno spunto di “innamoramento” per l’arte, che è linfa vitale del tempo dell’uomo. L’obiettivo durante un laboratorio, quindi, non è solo acquisire nuove competenze creative ed entrare in relazione con l’arte e la sua preziosa mentalità, ma avvantaggiarsi di tali esperienze – vissute in uno spazio inclusivo, gentile e di gruppo – al fine di far evolvere le proprie competenze relazionali per un miglior rapportarsi con se stessi, con gli altri (che siano umani, animali o ambienti naturali/antropici) e con il tempo in cui viviamo.
Perché laboratori con l’arte (contemporanea)?
“Le opere d’arte, con la loro genesi e la loro storia, possono costituirsi come modelli paradigmatici del modo in cui tutto il sapere nasce, si consolida, si radica e permette a una cultura, a una storia collettiva, a una società di rappresentarsi”, scrive Marco Dallari in Arte per crescere.[1]
L’essere umano basa tutta la sua esistenza e il suo pensiero sullo scambio simbolico, uno scambio che va di continuo ridiscusso e nuovamente compreso, epoca dopo epoca, dove si assiste a scontri tra chi è più conservatore e chi invece più progressista: il mutamento è imprescindibile, tenere il passo non è però sempre immediato per tutti. Ecco perché frequentare un laboratorio d’arte tenuto da esperti può fare la differenza.
[1] Paola Ciarcià, Marco Dallari, Arte per crescere. Idee, immagini, laboratori, Erratacorrige, Bologna 2016, pag. 11