LABORATORIO di disegno per bambini, ragazzi e adulti

L’arte dell’empatia.
Laboratorio creativo sull’Intelligenza Emotiva

I protagonisti del laboratorio potranno incontrare motivi di riflessione attorno al tema dell’empatia attraverso un percorso di pratiche artistiche legati all’arte contemporanea.

Le attività proposte nel laboratorio a Veroba sono l’una legata all’altra e si svolgono in coppia: l’esperienza mira ad incentivare una dimensione di scoperta, ascolto e collaborazione con l’altro, nonché di far emergere parte del proprio mondo interiore da condividere – con gentilezza e rispetto per sé – col gruppo.

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Dettagli del Laboratorio

Le attività dell’esperienza

TEMI PRINCIPALI

 
  • Intelligenza emotiva, empatia e ascolto attivo
  • I ritratti “scomposti” di Giulia Bernardelli
  • L’arte concettuale di Dennis Oppenheim, con focus sulla video-opera Two Stage Transfer Drawing (1971)

Il laboratorio prevede una breve introduzione con lezione dialogata, due pratiche artistiche nella fase laboratoriale e infine una restituzione condivisa sull’esperienza.

OBIETTIVI

COGNITIVI:

  • Conoscere o approfondire il concetto di Intelligenza Emotiva;
  • Conoscere/approfondire il concetto di Empatia;
  • Scoprire e sperimentare una modalità alternativa per eseguire un ritratto;
  • Conoscere l’opera di Giulia Bernardelli;
  • Conoscere l’opera di Dennis Hoppenheim;
  • Acquisire strumenti di ascolto attivo;
  • Scoprire come l’arte può essere uno strumento eccellente per dialogare e ascoltare l’altro, e non solo un mezzo da utilizzare per l’espressione del sé;
  • Incentivare un atteggiamento di rispetto verso l’altro.

EDUCATIVI:

Imparare la condivisione degli spazi, il rispetto degli altri e dei materiali, la collaborazione e l’attesa dei tempi di tutti.

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Giulia Bernardelli, Lidia, 2019

1. Il Ritratto reciproco

Il laboratorio si apre con una breve fase di riflessione sull’empatia e sull’intelligenza emotiva, attraverso domande che invitano a riflettere su come ci relazioniamo gli uni con gli altri.

Successivamente, su ispirazione dei “ritratti scomposti” dell’artista Giulia Bernardelli, si crea l’uno il ritratto dell’altro, attraverso una pratica di selezione di oggetti persoanli significativi.

2. Il doppio condiviso

Su ispirazione della performance Two Stage Transfer Drawing (1971) dell’artista performer Dennis Oppenheim, si lavora in coppia guidando – uno alla volta – la mano e le scelte cromatiche dell’altro per dare vita a un lavoro grafico-pittorico “a quattro mani”. Una vera e propria collaborazione basata su sintonia, intuizione e ascolto fisico e mentale dell’altro.

Mentre Erik fa scorrere un pennarello lungo la mia schiena, provo a duplicare il movimento sul muro. La sua attività stimola una risposta cinetica dal mio sistema sensoriale. Quindi sta disegnando attraverso di me. Il ritardo sensoriale o il disorientamento costituiscono la discrepanza tra i due disegni e potrebbero essere visti come elementi che si attivano durante questa procedura.”

– Dennis Oppenheim

Dennis Oppenheim, Two Stage Transfer Drawing, 1971

3. Ascolto, collaborazione e performance di gruppo

L’obiettivo di questa seconda attività è dare vita a un’opera (probabilmente astratta/gestuale) a quattro mani in cui ciò che conta è l’ascolto dell’altro, la collaborazione e la responsabilità di sapersi esprimere in modo chiaro, con l’intento di farsi capire.

Si utilizza il corpo, proprio e altrui, per dare vita a una forma di comunicazione e ascolto “analogici” e in qualche modo cinestesici.

Facendo tesoro della performance di Oppenheim, i ragazzi danno vita a una vera a propria performance corale, dove ogni coppia è parte di un sistema ancora più grande: l’intera classe.

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